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Nextdoor non fa paura a Facebook

22 Dicembre 2020 - Algoritmi e segreti

[Reading Time: 11 minutes]

“ATTENTO! IL NEMICO TI GUARDA!” Avevo promesso di farlo l’altro ieri e invece, mi si è spento il cervello.

Le fonti sono tante e almeno una letta generale va data, altrimenti scrivo cazzate e mi convinco di scemenze.

3 giorni di lavoro, a GRATISE per fare e farmi chiarezza, se ci riesco.

[Chiunque volesse usare questi pezzi per farci un articoletto per un sito o un blog può farlo liberamente, Basta Chiedere.]

Molti conoscono l’utilissima piattaforma Nextdoor.

Nextdoor è un Social Network (ma funziona bene anche come Social Media) di prossimità che lavora meravigliosamente su base Locale.

Consente di trovare quello che serve in un breve raggio di reperibilità. Consente anche di commentare, fare ADS, pubblicare, geolocalizzare, farsi consigliare, trovare recensioni, leggere apprezzamenti e reclami, interagire con il prestatore d’opera in tempo reale, ricevere un preventivo e proposte oppure semplicemente trovare chi vende caramelle alla menta, in un raggio di 500 MT. da casa vostra.

La cosa disarmate è:

Che funziona pure.

Per saperne di più potete interpellare Simone Bennati, che effettivamente è stato anche una sorta di Brand Ambassador “a sua insaputa”.

Non è vero, scherzo.

Simone ha intravisto la novità che funziona e ha approfondito la materia, come fa sempre.

Leggendo di Nextdoor, la cosa che ha stuzzicato la mia deviata curiosità è stata l’ammissione di far parte del Facebook Audience Network.

Che cos’è il Facebook Audience Network?

Il Facebook Audience Network (FAN) in sintesi, è un complesso sistema di monetizzazione che permette agli advertiser di raggiungere un determinato target, usufruendo di dati offerti da applicazioni esterne all”ecosistema Facebook. Il sistema viene potenziato, ampliando di molto le possibilità che ha una determinata ADS, di raggiungere il target prefissato.

Esterne fino a un certo punto. “Esterne” MAI del tutto, lo sono solo tecnicamente.

Ma capiamoci subito:

“Fare parte del FAN, non è detto, che sia una cosa negativa.”

Sono moltissime le aziende che vi appartengono, vedrò di procurarvi l’elenco oppure vi spiego dove trovarlo, può fare comodo.

Il FAN è suddiviso in 3 aree:

  1. Audience Network
  2. Instant Article
  3. InStream video

Funziona così: Voi fate un’ADS, su Facebook e questa ADS compare anche su Nextdoor.

Viene vista dai profili che sono conformi al target che avete fissato. L’ADS esce dall’ecosistema Facebook e approda altrove, amplificandone le potenzialità.

Nextdoor nasce nel 2008, viene lanciata nel 2011 e oggi è il più potente Social Media per “il vicinato” al mondo, non è poco.

All’inizio, si basava su dati di geolocalizzazione forniti da Maponics ora acquisita da Pitney Bowes ma poi, i dati generati dovuti alla grande interazione tra gli utenti, hanno fatto decollare la piattaforma.

 

Nextdoor non fa paura a Facebook

 

Cosa fanno gli utenti su Nextdoor? Tutto.

Condividono notizie del vicinato, discutono questioni e ordinanze locali, si lamentano dei vicini rumorosi, parlano dei ristoranti locali, ricollocano o localizzano animali domestici, pubblicano articoli in vendita e condividono consigli per i fornitori di servizi locali.

La quantità di dati, perfettamente geolocalizzati è una grande fonte e riesce a consegnare le ADS, in maniera sempre più “chirurgica”.

Il 30% delle discussioni sembra essere relativa alla richiesta e alla raccomandazione di servizi e un buon 20% sembra invece relativo al Real Estate.

Il resto sono post di genere molto vario e a volte un pò paradossale.

Del resto il vicinato è così: “Vario e un pò paradossale”

Possiamo immaginare quanto il comparto immobiliare e dei servizi per la casa e la persona, possano essere interessati ai dati di Nextdoor?

Forse No, non possiamo immaginarlo ed è altissimo.

La cosa curiosa è che il CPC (Cost Per Click) delle ADS che ruotano sul FAN, è tra i più bassi, significa che costano meno.

Può servire?

Si, in alcuni casi non c’è dubbio ma abbiamo il problema di non avere il controllo totale di dove e quando, la nostra ADS vada a comparire.

Facciamoci una mezza idea di altro genere

In passato qualche giornalista o addetto stampa, fece passare la notizia che stava per arrivare una piattaforma che avrebbe messo in difficoltà Facebook, quando invece ne è una parte integrante e anche molto utile. Trattasi di “hype” ma qualche volta è meglio raccontare la storia per quello che è.

Gli attori in campo sono sempre gli stessi e mangiano tutti allo stesso ristorante.

Nextdoor ha avuto 9 round di capitalizzazione. Ha totalizzato una raccolta complessiva di $ 455,2M da 24 investitori molto noti e che giocano su tutti i tavoli più importanti.

A Settembre 2019, dopo l’ennesima capitalizzazione, pare aver raggiunto un valore stimato tra 1B e 10B di dollari. Ultima acquisizione di Nextdoor sembra essere Neighborland, una piattaforma di coinvolgimento pubblico progettata per agenzie governative, sviluppatori e organizzazioni civiche. A sua volta Neighborland, aveva già acquisito IdeaMapr un semplice strumento per aiutare i governi locali a collaborare con le loro comunità sulle decisioni civiche.

Il tutto avviene molto rapidamente nel 2019.

In mezzo a tanti investimenti incrociati, c’è sempre gente di Merlo Park e questo fatto, deve essere solo una coincidenza.

Chiaramente niente succede per caso e in quel contesto, sono gli investitori che poi vanno a ricoprire delle cariche dirigenziali che fanno da “ponte” tra le piattaforme.

Cerchiamo di chiarirci il fatto che alla fine sono tutte “famiglie”. Se ci sei dentro hai una vita, se ne stai fuori un’altra. Attori globali che effettivamente non sono in reale competizione ma si muovono da uno scenario a un altro senza nessun limite di accordo.

Nessun complotto, nessuna trama sordida: semplici dinamiche di Merlo Park e dintorni.

Portiamo qualche esempio:

A) Mary Meeker entra nel board di Nextdoor nel 2019, dopo esserne stata una forte supporter per anni. Mary Meeker fa parte dei consigli di amministrazione di Square, Lending Club e DocuSign ed è stata coinvolta negli investimenti di KPCB in SoundCloud, LegalZoom, Spotify, Twitter, Instacart, NextDoor, Stance, Slack, Bitstrips, Houzz, Affectiva, One Kings Lane, Trendyol e Jawbone. In precedenza ha anche guidato gli investimenti di KPCB in Waze (acquisita da Google), JD.com (NASDAQ: JD), Groupon (NASDAQ: GRPN) e Facebook (NASDAQ: FB).

B) “…60 milioni di dollari freschi nelle sue casse e sostenuti da investitori (e membri del consiglio) come Bill Gurley, David Sze e John Doerr, che hanno molta familiarità con lo sviluppo dei social network online — con i primi investimenti in Facebook, LinkedIn e Twitter (e Instagram e Snapchat)…”

C) “Oggi (14.05.2019), Nextdoor, Inc. (nextdoor.com) ha annunciato un finanziamento di 123 milioni di dollari guidato da Riverwood Capital, con la partecipazione degli investitori esistenti Benchmark, Tiger Global Management e Kleiner Perkins e una nuova partecipazione da un grande asset manager globale. Ciò consoliderà Nextdoor come piattaforma locale essenziale per i vicini di tutto il mondo. Chris Varelas, co-fondatore e managing partner di Riverwood Capital, entrerà a far parte del consiglio di amministrazione della società.”

Facciamo un esempio di connessione: la Latin American Tech Growth Coalition.

“I membri della Latin American Tech Growth Coalition sono leader di società e investitori tecnologici globali e latinoamericani con l’obiettivo comune di promuovere startup ad alta crescita in America Latina. La Coalizione per la crescita tecnologica è stata inaugurata nel 2018 durante un anno da record di investimenti in startup latinoamericane, insieme all’espansione dei principali attori globali nella regione e all’emergere di unicorni tecnologici.

I membri fondatori includono Google, Facebook, Telefonica Open Innovation, Qualcomm Ventures, Globant, Movile, KIO Networks e Riverwood Capital.”

D) “… Gli investitori Bill Gurley e David Sze, con Facebook, LinkedIn e Twitter (e Instagram e Snapchat) tra le loro aziende, Sze e Gurley sanno una cosa o due sui social network online. Ed entrambi hanno recentemente investito altri 20 milioni di dollari in questo improbabile candidato che collega un gruppo di persone in base a dove vivono.”

Di esempi del genere ne abbiamo a decine, senza ragliare allo scandalo.

Di mestiere fanno gli investitori e dunque investono.

Che poi molti siano “vicini di casa” è un altro discorso e ne potremmo parlare e discutere ampiamente. Come potremmo anche discutere di reale concorrenza o meno.

Ma che cosa rende Nextdoor, così importante?

Una delle cose che lo rende così importante è che già nel 2019, sembrava aver “ammassato” il 90% del “Neighborhood” americano. Il Neighborhood è una precisa Community esattamente geolocalizzata, all’interno di un aggregato più vasto e più grande.

Questa community si segmenta per sottoinsiemi aggregativi più piccoli, fino a diventare un vero e proprio cluster.

La caratteristica principale è che nel Neighborhood, l’interazione visiva e fisica è proporzionalmente molto più alta che in aree vaste e complesse.

Sembra una cosa ovvia ma non lo è e se ogni individuo ha con sé uno smartphone, capite che la cosa diventa particolarmente ghiotta per tutti i big player.

Altra cosa molto interessante è che gli utenti, per poter iniziare ad usare la piattaforma in modo interattivo devono verificare il proprio indirizzo associandolo ad un documento personale, ad una bolletta o a un numero di telefono o tramite una cartolina postale (come fa Google, per capirci).

Circa il 29% dell’acquisizione utenti avviene via cartolina, un altro 29% pare arrivare da inviti ricevuti via email e un buon 42% aggregandosi a un Neighborhood giá esistente nei dintorni.

Nextdoor gioca molto su una viralità piuttosto esplicita.

A differenza di Facebook, che deriva dati simili dalla nostra geolocalizzazione e dalla frequenza con la quale ci localizza, dal nostro IP, dalla cella alla quale ci agganciamo con lo smartphone e da 1000 altri fattori (per casi particolari, richiede anche delle documentazioni specifiche) Nextdoor lo ottiene per concessione personale e volontaria.

Nextdoor sa perfettamente che tenore di vita abbiamo, che indice di criminalità c’è nel nostro quartiere, che densità di traffico e popolazione ecc.ecc. e se io avessi una compagnia assicurativa o fossi un agenzia immobiliare, un centro servizi, questi dati sarebbero fondamentali. Non credete?

Entrando nel FAN questi dati diventano disponibili anche per Facebook ma la responsabilità in termini di privacy, resta in testa a Nextdoor. Geniale No?

Se ci registriamo a Nextdoor utilizzando le nostre credenziali di Facebook, stiamo dando a Nextdoor il permesso di accedere anche a tali informazioni. Nextdoor può anche monitorare la nostra posizione fisica, dato che gli abbiamo dato accesso alla geolocalizzazione del telefono per “verificare il nostro indirizzo”.

Sapevate che Nextdoor raccoglie informazioni sul computer, smartphone e altri dispositivi che stiamo utilizzando per accedere al sito?

Lo fanno un pò tutti, in effetti.

È scritto proprio lì nelle loro policy: quando invitiamo le persone a iscriversi a Nextdoor, diamo anche il loro indirizzo email o numero di telefono.

È così che Nextdoor si espande ogni giorno in nuovi quartieri.

Mi piace? No, per niente.

Ma se si ama questa piattaforma, lo si fa senza particolari problemi di privacy, anzi può anche dare un remoto senso di sicurezza e un risvolto positivo c’è:

Tutti controllano tutti e non è affatto facile, “nascondersi” sulla rete.

Si viene facilmente scoperti e trovati dagli utenti stessi, dalla piattaforma e anche da diversi dipartimenti di polizia che usano Nextdoor per facilitarsi le operazioni di controllo del territorio.

Nextdoor, effettivamente passa per essere un Social Network con una bassa incidenza di troll, haters, dissing, bullying e flame fatti scoppiare ad hoc, anche se il rischio resta e i numeri sono in crescita.

Questo è buono ma fino a un certo punto.

In più, prende forza dalla grande condizione di auto-isolamento agevolato e spesso indotto, dal comportamento polarizzatore e divisivo (generatore di realtà “Bolla”) degli algoritmi delle piattaforme Social più di moda.

Queste piattaforme mirano a controllare al massimo l’attenzione dei propri utenti, per non parlare del loro tempo e dei loro soldi.

Nextdoor era la nona app lifestyle più scaricata negli Stati Uniti su iPhone alla fine di Aprile 2019, secondo App Annie, un analizzatore di dati mobile; Nextdoor era il numero 27 un anno prima, nella categoria dei social network (Nextdoor cambiò la propria categoria di app da Social a Lifestyle il 30 Aprile; il 29 aprile si era classificata 14a nei Social, sempre secondo App Annie Ascend.)

Nextdoor capisce che la Community ha bisogno di ri-aggregarsi, di ritrovarsi off-line e trova un sistema digitale e Social per farlo. Dal punto di vista funzionale, non c’è niente da dire.

Localizzare contro Globalizzare: bella lotta.

 

Nextdoor non fa paura a Facebook

 

Problemi?

Qualche problema però è venuto fuori.

Per esempio, già nel 2015 si registravano diverse migliaia di post e commenti personali di utenti che esasperavano differenze e attriti raziali, localizzavano etnie particolari, facevano circolare ingiustificato allarme sociale e ghettizzavano minoranze etniche.

Si è addirittura ipotizzato, che la grande capacità di Nextdoor di essere strumento anticrimine (scenario americano) possa averlo trasformato anche in un forum per il razzismo paranoico, l’equivalente del “ficcanaso”.

“Una sorta di neighbourhood watchdog di una gated community”

Se fosse, sarebbe agghiacciante solo pensarlo ma il rischio c’è stato e c’è ancora.

Una cosa è certa:

dove c’è interazione e confronto, c’è una Community più coesa, più attenta alle reali necessità locali.

Dove questa attenzione è più alta, ci sono ampi margini di progresso e di trovare soluzioni che hanno ricadute sul bene collettivo, anche in termini economici ma dobbiamo sempre considerare anche il rovescio della medaglia.

Dove un grande player, perde contatto con le realtà locali, possono intervenire piattaforme tipo Nextdoor e quindi si capisce chiaramente perché i dati elaborati da questo tipo di piattaforme LOCAL sono così importanti per Facebook (sempre per esempio).

Lo stesso vale per Google e Amazon sotto diverse forme.

Quando il concetto di Local Network e pratiche tipo: “Kindness Reminder” si sposano, non si può che sperare in un miglioramento radicale dei rapporti e delle relazioni via Social Network e anche off-line ma non è tutto così facile come sembra.

Questo ancora non avviene sulle piattaforme main-stream, restiamo in attesa.

In Italia ci sta provando anche 4Goodcause e speriamo che riesca nell’intento, sarebbe un’epifania.

Comincia a passare il concetto di Ethical Social Network e sarebbe anche ora che qualcuno ci puntasse in termini d’investimento.

Un sistema premiante che garantisca, onestà, contegno, interazione, moderazione e partecipazione diventa sempre più necessario.

Un punto che non posso condividere, sia delle piattaforme main-stream che di Nextdoor è quello di pretendere di chiudere gli utenti in spazi sempre più ristretti sul genere di gruppi e chat di massa, di gruppi e chat di lavoro, di familiari, di scuola ecc. per l’ecosistema Facebook e i Neighborhood sempre più segmentati per il sistema Nextdoor.

L’alibi è sempre lo stesso: maggiore controllo, maggiore tutela e moderazione, maggiore interattività.

Falso.

Non mi torna per niente e non mi tornano per niente anche tutti coloro che lo accettano supinamente, sbandierando il vessillo lacero e sbrindellato del “Progresso” perché soprattutto nel primo caso, sono state proprio le stesse piattaforme Social ad aver agevolato e mutuato tutti i meccanismi di deriva senza porvi rimedio.

Sono sempre “loro” che hanno limitato la visibilità degli utenti sia “ad personam” che per argomenti precisi e ricorrenti ma SEMPRE garantendo visibilità continua, ai propri clienti alto spendenti.

Le stesse piattaforme che oggi si dichiarano Privacy Oriented dopo che hanno venduto e manipolato dati a qualsiasi livello, non sono assolutamente credibili, sotto questo punto di vista.

Meglio se trattano di Caccia & Pesca.

Questa “voglia” di chiudere la gente in cluster sempre più definiti e ristretti è esclusivamente la nuova frontiera della SUPER-PROFILAZIONE che necessita loro, per incrementare e modificare il modello di business su base “scientifica”.

Farla passare per una necessità della gente è una sudicia menzogna.

Le persone, volevano conoscere mondi e si ritrovano a parlare con il vicino di casa, nel migliore dei casi.

“C’è qualcosa che non torna.”

Le hanno lasciate mortificare in tutti i modi, le hanno bombardate di pubblicità, le hanno triggerate in ogni maniera possibile e immaginabile, per avere sempre più persistenza sui contenuti e visualizzazioni da vendere ai loro advertiser e adesso, gli offrono un “recinto” dove stare apparentemente più sereni.

No, non ci sto. Così siamo come topi da laboratorio, chiusi in scatole di vetro.

L’unica via sarebbe uscirne ma non voglio ancora uscire. Mi occorrono per dire e segnalare come evolve lo scenario globale e locale e dunque, devo ancora sputare tanta bile.

Nextdoor: Quali sono i problemi riscontrati?

I problemi principali sono relativi ad attacchi reiterati, da parte di determinati utenti che spostano IL PROBLEMA da LOCALE a PERSONALE.

Gli utenti si rintracciano con facilità, i problemi passano da on-line a off-line con estrema velocità.

Lo stesso fenomeno viene esasperato durante le fasi elettorali: Nextdoor diventa facilmente una piattaforma di riferimento e amplificazione, che può davvero spostare gli esiti di eventuali votazioni locali.

Nextdoor è più potente di Facebook?

Paradossalmente Si.

Aspettate, aspettate:

Nel senso, che ha delle ricadute off-line talmente immediate che come può essere molto utile, può anche essere molto “pericoloso”.

L’interesse di Facebook si intuisce: se sovrapponiamo, le immense capacità di geolocalizzazione e profilazione di Facebook, con l’efficacia di Nextdoor, possiamo delineare uno scenario molto efficacie che va maneggiato con cura.

La partecipazione di Nextdoor al FAN ha potenziato il sistema di ADS Management a livelli difficili da gestire.

Purtroppo, sono stati registrati casi in cui Nextdoor è risultato essere la piattaforma che maggiormente, ha consentito ad una sorta di mania da controllo reciproco, di prendere piede in tempi incredibilmente brevi.

Si potrebbe definire la sindrome del “Naso schiacciato sul vetro della finestra”, soprattutto laddove vi siano stati confronti sociali decisamente aspri, diretti, magari rivolte e proteste di strada.

Il limite del Neighborhood è la psicosi e se la psicosi ha ricadute locali e personali, la cosa prende un declivio estremamente scosceso e pericoloso che ha obbligato l’azienda a riscrivere l’app.

Questo è bene che Facebook lo sappia ma forse lo sa e sta alla finestra a guardare in quanto formalmente, la responsabilità non è la sua.

Ad ogni modo e per fortuna, come si delineano casi limite crescenti ma espressi da numeri sufficientemente contenuti, possiamo per esempio ammettere che Nextdoor è stato molto efficace in termini di supporto reciproco durante questo periodo COVID-19.

Senza dubbio lo è stata molto di più delle altre piattaforme Social main-stream.

Questo va riconosciuto.

 

Nextdoor non fa paura a Facebook

 

CONCLUSIONI:

Mentre in modo molto approssimativo potremmo dire che è l’uso che se ne fa delle piattaforme che ne determina il successo o il fallimento e che le piattaforme stesse, non hanno nessuna responsabilità in quanto “macchine”, è il caso di ricordare che è la struttura progettuale e tecnica che ne determina l’uso che l’utente finale ne fa.

Queste piattaforme non prescindono affatto dal comportamento umano anzi lo studiano, lo agevolano, lo amplificano e in taluni casi lo esasperano.

Per esempio:

anche in questo nefasto 2020, sono stati riscontrati moltissimi casi di un uso improprio di Nextdoor da parte di una middle-class americana bianca, di orientamento conservatore ( e mi trattengo…) che ne ha fatto una piattaforma LOCAL di segregazione Social-Razziale di stile discutibile e di pessimo retrogusto “di altri tempi”.

Questa dinamica ha creato diversi problemi alla piattaforma che ha dovuto riscrivere interi protocolli operativi in tempi record.

Stranamente ogni volta che una piattaforma risulta molto utile, diventa di riflesso anche molto pericolosa.

E che succede se due piattaforme estremamente “utili” si mischiano, si fondono, si mescolano insieme?

E se sono più di 12000?

[12000 è una misura spannometrica del FAN che si va espandendo su base mensile]

Forse è tempo di passare a un nuovo livello di “piattaforma”.

Forse è arrivato il tempo nel quale qualcosa e NON qualcuno, deve controllare la piattaforma stessa.

Ma siamo sempre alle solite: Chi controlla il controllore?

E qui si capisce quale sarà il prossimo futuro.

Arrivato a questo punto, la risposta non ce l’ho e sono costretto a rollarmi l’ennesima sigaretta, andandomene via in silenzio, lentamente, cercando di non ascoltare il sordo brontolio di un mondo che procede in avanti a singhiozzo e spesso senza troppi scrupoli.

Se fossi amante dei “circuiti ristretti” userei Nextdoor?

Si, la userei come uso tanta altra roba ma consapevole di entrare in dinamiche che somigliano molto più a riunioni di condominio e a liti da saloon e che però mi possono anche avvicinare di più a una Community sana, nel caso in cui ce ne fosse una.

Ah! Una nota simpatica:

414K followers, sulla parodia Twitter @bestofnextdoor ma solo 40K sull’account ufficiale, fa pensare?

Baci e abbracci

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