In un mondo in cui l’Occidente si arrabatta per rimanere a galla, c’è un gigante che avanza indisturbato, ingrassando a spese di tutti noi: la Cina. Ma non si accontentano solo di produrre i gadget che riempiono i nostri scaffali: i cinesi hanno in mano i debiti pubblici di mezzo pianeta.
Vi ricordate quando eravamo noi a dettare le regole del gioco?
Bene, oggi la Cina ci presta soldi per mantenere in piedi le nostre economie traballanti. Chi è il vero vincitore, a questo punto?
Mentre noi europei ci sbattiamo tra una direttiva antinquinamento e l’altra, la Cina sta facendo il barbecue col carbone. Con il 33% delle emissioni globali di CO2, gli impianti industriali cinesi funzionano come se il riscaldamento globale fosse un’invenzione di Hollywood.
Da sola, supera la somma delle quattro economie che la seguono: Stati Uniti (12,5%), Unione Europea (7,3%), India (7%) e Russia (5%). Ma ehi, non preoccupiamoci troppo, perché tanto i nostri politici preferiscono crogiolarsi nel sogno verde europeo, convinti che basti chiudere un occhio (anzi due) sul Dragone che soffia fumi tossici in ogni direzione.
Ah, la carta! Ah, la plastica! Ricordate quella favola che ci raccontavano da bambini: “Raccolta differenziata, salverai il pianeta”? Beh, sappiate che la Cina si è presa tutto, proprio tutto: dalla carta alla plastica, passando per le risorse di cui pensavamo di avere il controllo. Non solo stanno monopolizzando il mercato del riciclaggio, ma comprano queste materie prime a prezzi ridicoli e poi le rivendono, ovviamente, con ricarichi esagerati.
Secondo alcune stime recenti, un terzo della materia prima per produrre carta in Cina deriva dall’importazione di materiale riciclato. E con questo metodo sono nate anche aziende diventate milionarie in un tiro di schioppo, è il caso di Zhang Yin, citata in questo articolo di Forbes.
Bravi, complimenti! Ci fanno pagare pure i nostri rifiuti!
Durante la pandemia, mentre il mondo si fermava e noi facevamo lievitare il pane in casa, la Cina bloccava le sue esportazioni per soddisfare la propria domanda interna. Geniale, no? Mentre i nostri magazzini restavano vuoti e le industrie si fermavano, loro si assicuravano di mantenere il controllo su tutto. Così, mentre l’Occidente annaspava tra lockdown e sussidi, la Cina ingrassava ancora di più il suo già spropositato conto in banca.
E gli USA? Ah, che farsa! Hanno tentato il colpo di teatro con il ban di Huawei, pensando di fermare il gigante cinese. “Non ti vogliamo nei nostri telefoni, nei nostri router, nei nostri… sogni!” dicevano. Ma chi vogliono prendere in giro?
Pensavano davvero che bloccare un’azienda fosse sufficiente? Intanto, la Cina continuava a stringere accordi in Asia, Africa e Sud America, espandendo la sua rete come una ragnatela ben oleata. Bella mossa, America!
Poi parliamo del mercato automobilistico europeo, che è ormai diventato il parco giochi preferito della Cina. Case automobilistiche cinesi stanno invadendo il mercato come cavallette, offrendo veicoli a prezzi talmente bassi che i consumatori europei, con il loro portafoglio sempre più vuoto, non possono che cedere.
Le nostre amate auto tedesche, italiane, francesi?
Rassegnatevi, sono troppo costose e non abbastanza tecnologiche per competere con le alternative cinesi. E noi continuiamo a fare finta di nulla, con la speranza che il miracolo economico europeo si risvegli. Spoiler: non succederà.
Sappiamo tutti che il futuro è elettrico, giusto? Bene, peccato che siano i cinesi a produrre quasi tutti i veicoli elettrici. Noi europei, nel frattempo, stiamo ancora cercando di capire come si fa. Mentre le grandi case automobilistiche europee arrancano dietro a normative restrittive, la Cina sforna veicoli elettrici a ritmi che fanno impallidire persino i robot delle fabbriche tedesche.
Il futuro? È cinese, e lo stanno comprando a prezzi di saldo.
Ecco il gran finale: l’industria occidentale sta collassando, non solo per l’invasione cinese, ma anche perché ci siamo messi da soli il cappio al collo con politiche ambientali che ci impediscono di competere.
Noi ci auto-infliggiamo regolamentazioni stringenti, ci tagliamo le gambe con l’energia verde, mentre loro se ne fregano e continuano a inquinare come se non ci fosse un domani. Ma tranquilli, noi siamo i buoni, e nel frattempo perdiamo industrie, posti di lavoro e, ovviamente, la nostra dignità economica.
Benvenuti nel nuovo ordine mondiale, dove la Cina regna sovrana, e noi, con la nostra superbia occidentale, non siamo altro che spettatori impotenti.
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