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Facebook colabrodo, ma noi drogati

15 Dicembre 2020 - Cultura e vita digitale

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Tre cose preoccupanti di Facebook degli ultimi due anni: baco nelle foto, localizzazione mai spenta, accesso di terzi ai messaggi privati. Siamo tutti così tossicodipendenti dai social che nemmeno ci importa più che ci rubino dati?

 

Ricapitolando: tre cose preoccupanti (molto preoccupanti) di Facebook degli ultimi giorni:

 

1. Facebook a causa di un baco concede accesso a foto private non pubblicate a app esterne di 7 milioni di iscritti

2. Anche se sospendi il tracciamento della posizione, Facebook pare continui a tracciarti.

3. Facebook pare abbia condiviso tonnellate di dati con gli altri big di internet, ad esempio dando accesso ai nostri messaggi privati a Spotify e Netflix.

 

Tre gravissimi problemi di privacy e sicurezza su Facebook in pochi mesi.

 

Però tutti noi siamo ancora qui ad utilizzare il social in blu, ormai senza nemmeno scandalizzarci più. La classica reazione a problemi continui e cioè l’assuefazione. Ma i tre punti qui sopra in realtà sono devastanti e molto pericolosi e si insinuano nella nostra vita privata in modo grave. Vita che come si nota è alla mercè di chiunque, hacker compresi. E non per colpa nostra (tecnicamente parlando).

 

Perchè è gravissimo ma non ci interessa?

 

Come mai sembra che a nessuno di noi interessi e continuiamo a regalare dati e visite a Facebook, noi con sempre meno protezione e loro con sempre più denaro, grazie proprio a noi? La verità è che la nostra mente è stata “plagiata” e nessuno di noi è in grado di stare senza social. A questo punto è probabile Facebook abbia più psicologi che programmatori.

L’effetto della lontananza dai social credo sia quasi paragonabile agli effetti dell’astinenza da droga per un tossico.

 

Siamo quindi tutti tossicodipendenti da social?

Sì.

 

 

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