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Social Power

31 Gennaio 2021 - Distorsioni digitali

[Reading Time: 3 minutes]

I recenti fatti di cronaca spostano nuovamente l’attenzione sui Social Media, accusandoli di “istigazione” al suicidio (parliamo dei due ragazzi giovanissimi trovati morti in circostanze anomale, forse riconducibili ad un contest di cui si trova traccia su TikTok).

Di nuovo, come quando abbiamo parlato di censura, la questione non è certo di facile soluzione, e non possiamo ridurla ad un “blocchiamo TikTok per i minori di una certa eta non verificata”… ma procediamo con ordine e proviamo a mettere qualche punto fermo:

  • Oggi, nel bene e nel male, girano molte più informazioni rispetto a 30 anni fa, quando già ne giravano molte più rispetto a 20 anni prima.
  • La tecnologia attuale permette a tutti di avere queste informazioni sempre in tasca, cosa impensabile anche solo 15 anni fa, o comunque prima dell’avvento degli smartphone.
  • A loro volta gli smartphone sono diventati uno strumento quasi indispensabile: vuoi accedere ai servizi online della tua banca? L’autenticazione passe per uno smartphone. Vuoi accedere a certe servizi della pubblica amministrazione? Devi avere lo SPID e quindi un’App da installare sullo smartphone per gestire le credenziali. I tuoi figli fanno didattica a distanza a causa del lockdown? Se non ha uno o più computer in casa con una connessione a banda larga, lo smartphone diventa indispensabile, insieme ad un piano dati ben carozzato…

 

A questo punto, visto che hai in tasca un indispensabile smartphone, entrano ingioiò i Social Media:

 

  • I Social Media hanno la capacità di proporre tutte le informazioni di cui sopra in un modo particolarmente accattivante, da un lato perché consentono di aggregare gruppi di persone con interessi comuni con le quali discutere, dall’altro perché consentono a tutti (di nuovo, nel bene e nel male) di condividere le proprie idee ed esprimere il propio parere (spesso a sproposito…).
  • I Social Media più recenti, quelli a maggior “impatto visivo”, hanno inoltre c reato nuovi miti giovanili: non si sogna più (o non si sogna “solo”) di diventare famosi e guadagnare presunti soldi facili diventando calciatori o modelle, ma oggi si può anche diventare influencer o youtuber, e sperare di guadagnare grazie alle centinaia di migliaia di followers conquistati su Instagram o TikTok

 

Cosa dovremmo dedurre da queste premesse?

 

Prima di tutto che il mondo della tecnologia e dei Social, per chi non se ne fosse accorto, si evolve molto velocemente.. ed è molto più probabile che un figlio, per 1’000 motivi, ne sappia più dei genitori. Questo non è un bene, perché i genitori dovrebbero sempre avere una funzione educativa verso i figli, anche in questo ambito. Un genitore deve sapere se, quando, e come, porre dei limiti ai propri figli; deve sapere che esiste un’età minima per iscriversi ai Social, deve sapere “cosa” i loro figli potrebbero trovare sui Social (quindi devono a loro volta conoscerli) e soprattutto devono educare i propri figli all’utilizzo dei Social, ma prima ancora all’utilizzo di uno Smartphone (perché non è certo solo dai Social che possono venire certe insidie). In generale tutti i genitori di figli in età di smartphone dovrebbero darsi una mossa per stare al passo coi tempi, visto che i cambiamenti sono all’ordine del giorno, e più in generale (anche per far fronte ad eventuali “limiti” in questa corsa quotidiana) devono impostare un discorso educativo che dia delle linee di comportamento valide ovunque, e quindi anche nell’utilizzo di questi strumenti…

In secondo luogo ci dicono che i Social stanno diventando molto (troppo?) potenti. Ci sono presidenti di nazioni che comunicano quasi esclusivamente sui Social, e politici che ci costruiscono il loro successo, spesso restando pericolosamente sul confine di cosa è lecito o meno, raccontando mezze verità o informazioni manipolate ad-hoc (quando non addirittura fake news). Al di là di questo, ci sono ragazzi che, non controllati dai loro genitori (e qui torniamo al paragrafo precedente) passano tutto il loro tempo libero sui Social: al di là “distacco” dal mondo reale, il rischio è che i ragazzi vengano travolti da una valanga di informazioni che non sono in grado di comprendere e gestire…

I Social non sono un “male” di per sé, sono solo uno strumento molto complesso e potente che va maneggiato con le dovute conoscenze: così come non si dà un coltello appuntito ad un neonato, e gli si insegna ad usare il coltello quando inizia a magiare da solo, lo stesso dovrebbe accadere in ogni aspetto educativo della vita, incluso l’utilizzo del computer, dello smartphone, e dei Social, il tutto a tempo debito.

Mi viene in mente anche qualche riferimento col passato… la BBS, i modem collegati alla cornetta telefonica, o quelli più “moderni” che andavano a 56k, usenet, e molte altre cose: le cose non erano molto diverse, o forse si… se il gap generazionale era più marcato, le informazioni erano più scarne (anche per evidenti limiti tecnologici) e la diffusione di questi mezzi era limitata a pochi “nerd”. Oggi tutto corre molto più velocemente, quindi la funzione educativa è molto più importante: genitori, non fatevi cogliere impreparati!!!

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