ATTENZIONE: Se pensiamo che la tutela della nostra Privacy, il GDPR e il Garante della Privacy possano funzionare in un contesto drogato come quello attuale, ci sbagliamo di parecchio.
Vogliamo divertirci?
E allora divertiamoci cazzo!
Anche SIGNAL fa parte del gioco, lo vedrete chiaramente nel secondo video qui sotto, solo se continuate la lettura di questo pippone fotonico.
Mi avete rintonfato la testa di settordicimila ragionamenti da burocrati incalliti che in confronto il Ministero della Verità di Orwell è un brufoloso adolescente che vuole fare il capoclasse.
Potete anche continuare a ragliare al vento cosmico tutti i codicilli de stoC*zzo ma quando poi entriamo nei meandri oscuri delle autorizzazioni che diamo in automatico sul web, anche per cercare un pezzo di ricambio della macchina, il quadro cambia radicalmente e diventa l’inferno sulla terra.
É bene che li vediate per quello che sono: Sentinelle ‘mbriache e sonnolente con armamenti vetusti e inadeguati. Poi ci sono le volontà politiche e gli interessi delle lobby ma questo è un altro film.
NIENTE, il NIENTE ASSOLUTO, non c’è assolutamente niente che possa metterci a riparo.
Qualcosa possiamo fare con gli AdBlocker, facendo pulizia all’uscita dalle sessioni, possiamo adoperare dei browser tipo quello di Brave Software che bloccano un pò di schifezze ma non ne leveremo mai le gambe.
Vi propongo una challenge:
andate su questo sito https://www.youronlinechoices.com/it/le-tue-scelte
e analizzate il vostro smartphone oppure il vostro PC.
Chi è tutto verde, vince una tonnellata di delusione in più e una tonnellata di consapevolezza in omaggio.
Ci state?
Potreste scoprire che avete attivato centinaia di tracciatori, solo per aver fatto i vostri normalissimi giretti online a vedere ROBA. Un esercito di parassiti vive nei nostri device, ci ricambiano con un treno di pubblicità perfettamente calibrata sui nostri gusti, si scambiano allegramente i nostri dati e la profilazione agisce indiscriminatamente e senza regole.
Se avessi saputo per tempo che il World Wide Web poteva fare questa fine, me ne sarei fottuto altamente 25 anni fa.
In particolare questi sono due video fatti direttamente dal mio smartphone, andiamo a vedere in termini di Privacy due esempi plateali e catastrofici che ho già presentato sul gruppo Facebook: Social Media per Tutti
CASO A:
Il video è l’analisi effettuata con Youronlinechoices.com e viene definita: Pubblicità Comportamentale
In parole povere, è pubblicità relativa agli interessi (o pubblicità comportamentale online). Una pratica basata sulle attività di navigazione in Internet, nel tempo e su diversi siti Web e / o app.
Consente ai marchi di fornire annunci agli utenti Web che riflettono i loro stessi interessi.
Gli annunci pertinenti possono anche essere pubblicati in base ai contenuti del sito web, inclusi i prodotti, che abbiamo visualizzato di recente. Questo è noto come “retargeting”.
“Le società elencate di seguito sono alcuni dei fornitori che lavorano con i siti Web per raccogliere e utilizzare le informazioni per fornire pubblicità basata sugli interessi.
Utilizza i pulsanti di seguito per controllare le tue preferenze sulla pubblicità basata sugli interessi. Puoi disattivare o attivare tutte le aziende o in alternativa impostare le tue preferenze per quelle individuali. Facendo clic sul pulsante di espansione è possibile ottenere ulteriori informazioni sulla società stessa e sullo stato della pubblicità basata sugli interessi sul browser Web che si sta utilizzando.”
…e io li ho utilizzati.
Ecco il risultato, tutto quello che vedete in ROSSO prima era VERDE e l’ho disabilitato io.
Se andiamo a guardare bene, nella lista dei tracciatori, ci troviamo di tutto.
Ci troviamo anche tutte quelle aziende di cui siamo o siamo stati, veri e propri fan dall’epoca della famigerata New Economy. Le blasonatissime .COM che tanto ci fecero gridare al “miracolo” di un mondo nuovo, veloce, agile, possibile per tutti e che alla fine ci stanno “mungendo” dandoci in cambio l’illusione di esemplificazione delle nostre vite e tonnellate di pubblicità fatta su misura. Tutto qui.
Possiamo trovare TUTTO online, tutto quello che ci serve, tutto quello che ci attira e quel “Tutto” lo paghiamo con le nostre “vite” in termini di dati e nessuno può fermarli.
CASO B:
Entro su Yahoo e faccio una qualsiasi ricerca. Ho scelto Yahoo perchè nel video precedente, si vede perfettamente la presenza di Verizon tra i tracciatori e non ricordo chi, mi aveva chiesto: “Ma perchè Verizon? Che vogliono da me?”
Verizon non è una piattaforma molto nota in Italia ma bastano pochi click per sapere che Yahoo è Verizon.
Quelli più scafati, non ci vanno mai su Yahoo ma molti over 60 hanno ancora tantissime email Yahoo.it dove ricevono news, promozioni, spam e tutto il circo appresso. Sono anche quelli che hanno reddito più stabile e possono effettuare il maggior numero di acquisti.
TAAAAC! Ecco che Yahoo diventa un vero e proprio IMBUTO.
Apre la porta a centinaia di aziende con cui collabora facendo in modo che un fiume di nostri dati diventi facilmente disponibile per tutti.
Noi diamo un’autorizzazione generica, si attivano tutte le autorizzazioni specifiche e parte il film. Nel video sono partito da una normale ricerca entrando su Yahoo.
Il video è un po’ palloso – COME ME – ma controllate bene tutto, ci sono tante, tantissime “Sorprese” che chiudono l’argomento in modo tombale. Fatevi due risate.
Andiamo a vedere nel dettaglio:
Esistono sistemi per fare in modo che tutti possano accedere al nostro device in ogni condizione tracciando ogni singola attività che effettuiamo?
Certo che esistono.
Basta che il sito che visitate aderisca ad un network di “attori” specifici e se aderisce, per esempio, al network di Google si apre la diga e tutto si scarica a bomba nel nostro apparecchio.
Nello specifico: Yahoo ha 3 diversi livelli di partnership, tramite i quali fa accedere ai nostri dati, praticamente chiunque sia interessato.
Questi livelli sono:
Partner Framework
Partner Google
Partner Non-Framework a cui appartengono Twitter e Facebook
Dunque è un cerchio che si chiude tra il web “canonico” e i Social Network (che naturalmente sono sempre web eh! Non creiamo equivoci), in mezzo ci siamo noi con il naso dentro i nostri smartphone, chiusi nella cameretta dei cazzetti nostri, convinti e sicuri che nessuno ci possa vedere.
Ora che sapete come stanno le cose, siete ancora di più nella condizione di farvi un’idea autonoma e indipendente.
Salutatemi il GDPR e anche il Garante della Privacy quando li incontrate.
Senior Social Media Strategist ha avuto almeno 4 vite diverse: partito musicista, ha studiato Scienze Agrarie e Economia, è stato produttore discografico, produttore di eventi, gestore di locali, consulente audio e fonico in teatro, si è chiuso in casa per due anni per approfondire le tematiche del business planning e del marketing planning, sui programmi della Palo Alto Software.
Poi Property Manager a Londra con una propria azienda.
Social Media Manager per almeno 80.000 ore oggi è passato dall’altro lato della barricata e si definisce: Humane Technologist.
Chiedete a lui cosa significa e lo trovate sempre di più su
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