Lo so, non ce la puoi fare e ti capisco.
Eeheheheh!
Mo me butto a capofitto in un porcaio di discussione sui virus, vaccini, guerra atomica imminente, pace disattesa, pace finta, pace non pervenuta, Nuovo Ordine Mondiale, The Great Reset, decadenza del Capitalismo, insorgenza di nuove forme di Finto Socialismo Reale e vi rivelo dei complotti che solo io conosco!
Ve piacerebbe eh!
E invece ve la pijate ‘n der culo perchè non esistono cose che solo io conosco.
E la cosa bella è che state esattamente nella mia stessa situazione.
No?
Voi sapete tutto?
Aahahahhahha….. ma che sapete! Che sapeteeeee!
Voi (Noi) non sappiamo un cazzo e siamo e continueremo a essere il frutto di un costrutto creato e voluto da altri.
Sempre, perennemente, costantemente e la nostra opinione non è altro che una declinazione di questo costrutto.
No? Ok.
Oggi voglio parlarvi dello Psychological Warfare Branch (psywar) e del perchè sia un protocollo che ha attraversato la storia dell’uomo e poi voglio anche parlarvi del perchè io schifi apertamente l’ANSA.
Prima però vi dovete sorbire il pippone che segue:
Su cosa studiate?
(…..uso questa forma: “Voi” solo perchè più fastidiosa, ovviamente includo anche me)
Studiate su libri scritti da altri e approvati da altri ancora.
Dove vi informate?
Vi informate su roba scritta da altri, di fatti vissuti e analizzati da altri, pubblicata da altri su una struttura mediatica di proprietà di altri ancora.
Su cosa pregate (per chi lo fa)?
Su roba scritta da “Boh…” e autorizzata e venerata da qualcuno prima di voi.
E quando dite: “Sì, è così lo ha detto Tizio e confermato da Caio!”?
Ecco, anche in questo caso state solo aderendo a un’idea DI ALTRI ma non è la vostra.
State (stiamo) solo sposando una tesi e niente più.
In pratica se non vi decidete a parlare di quello che avete vissuto per esperienza diretta “siete” dei recipienti da riempire per tutto l’arco della vita.
Tutto qui.
Avrete vissuto qualcosa No?
State vivendo qualcosa che vi appartiene direttamente o No?
(Ripeto: vale pure per me)
È un processo infinito che comincia dal primo “Te lo dice papino” e “Questo cacca!” e poi a scuola e poi all’università e poi nelle comitive e poi dai notiziari e poi i giornali e poi il web e poi la moglie e poi il marito e poi al lavoro… e poi…. e poi…. ecco perchè il processo cognitivo in quanto tale è un’astrazione pura.
Perchè se fisiologicamente è un processo ben documentato e studiato (sempre da altri) quello che ci viene proposto e che viene regolarmente assimilato ed elaborato dal nostro cervello è un pastrocchio di roba tutta da capire, computare e rivedere ma con quale metro?
Con quale metodo?
Se ci riflettete è molto facile che sia un metodo indotto sempre da altri.
Fenomeno tipico della nostra “modernità” dove si sa tutto senza fare mai un cazzo.
Ci nutriamo di “roba di altri” tutto il giorno, poi cerchiamo di elaborarla schiacciati dai nostri stessi bias cognitivi individuali e collettivi e la risputiamo fuori come opinione apparentemente organica e personale.
Di fatto risultiamo un costrutto di costrutti e niente più.
Qual è l’unica esperienza di cui dovremmo parlare?
È quella che abbiamo vissuto e assimilato quando tentando di piantare il primo chiodo ci siamo pestati le dita.
Ecco, questa Sì che è oggettivamente un’esperienza che possiamo trasmettere, tutto il resto è frutto di una Costruzione.
Ora, se pensate che sia un meccanismo sconosciuto e fuori controllo VI (…sempre Voi) SBAGLIATE.
Il genere umano lo ha sempre saputo e questo processo era bene noto a tutte le menti pensanti e strategiche sin dall’antichità al punto che tutta la Comunicazione Sociale è stata sempre organizzata e indirizzata in questo senso.
Naaaaa, in realtà la comunicazione viene articolata per diffondere e condividere un messaggio preciso, dunque lo scopo non è agevolare la comprensione in generale e collettiva ma è far defluire più facilmente possibile un contenuto specifico con scopi precisi.
E qui comincia il pippone relativo ai grandi drammi della PERSUASIONE, della MANIPOLAZIONE, della PROPAGANDA, del CONDIZIONAMENTO che da sempre si nutrono uno dell’altro all’infinito fagocitandosi a vicenda.
Se sei di sinistra (meglio se è “estrema”) non devi lavorare nel marketing, non te lo puoi permettere, non sei idoneo. Mi dispiace.
“Ma mo che cazzo c’entra?”
E c’entra, c’entra.
Se lavorate nel marketing al massimo dovete essere dei democristiani buoni per tutte le stagioni, con grandi doti di trasformismo e una punta di schizofrenia ma sappiate che Cirino Pomicino vi darà sempre le piste.
“Sì ho capito! Ma che cazzo c’entraaaaaa?”
E c’entra.
Perchè se lavori nel marketing, in teoria, dovresti essere senza ANIMA, senza opinione, senza idea politica, “Partigiano del niente”, un liberista menefreghista che “Basta che te lo compri! Basta che te lo leggi”.
Un utilizzatore di qualsiasi mezzo e metodo utile al raggiungimento dello scopo e vaffanculo… stai a posto.
Allo stesso tempo devi avere la capacità di trasmettere EMOZIONI UMANE agli “umani” come una specie di ossimoro vivente al quale “la macchina” sta levando la sedia da sotto ar culo, perchè la macchina lo sa fare e TU NO!
Se hai opinioni precise come fai a poter comunicare assoldato da chiunque?
Ti può riuscire solo se sei un qualunquista “senza terra”, senza sangue nelle vene, senza percezione del valore della vita, uno psicotico schizofrenico con sindrome di personalità multipla, anaffettivo, privo di empatia e sufficientemente narcisista da poterti “assolvere” ogni volta.
Altrimenti come cazzo fai?
[Attenti che poi capite 😉 ]
Detta in questa maniera sembra davvero una roba campata per aria e invece non lo è.
Non è neanche frutto della fantasia malata del sottoscritto perchè è estremamente documentato da mille fonti diverse e ufficiali.
Considerato che si tratta di un protocollo operativo di Comunicazione Sociale adottato nei contesti di guerra, si addice perfettamente al periodo e da anni lo vediamo all’opera tutti i giorni.
Per comprenderne le dinamiche possiamo tornare indietro nel tempo e cercare di capire cosa è successo nella Seconda Guerra Mondiale proprio in Italia dove questi sistemi sono stati inoculati con estremo successo.
Gli strascichi e le conseguenze ce li portiamo dietro fino ai giorni nostri.
In Italia operava allegramente il Psychological Warfare Branch (PWB) e intendiamoci subito: anche i nazisti e i fascisti hanno fatto la stessa cosa, anche il Papa anzi lo hanno fatto proprio tutti.
Consideriamo velocemente lo scenario:
C’è una guerra globale devastante, milioni di morti, un’invasione da parte di un popolo sconosciuto e mitizzato al quale il nostro stato, già sotto una dittatura tremenda, si è addirittura alleato.
C’è fame, c’è disuguaglianza sociale, c’è povertà assoluta, c’è malattia, c’è denutrizione, c’è ignoranza e arrivano “stranieri” a liberarci.
Immaginate la testa della nostra povera gente come poteva essere ridotta?
Avremmo creduto a qualsiasi cosa se ce l’avessero detta nel modo giusto.
(del resto lo fanno anche ora)
Ricordo sommessamente che stiamo parlando dei nostri genitori e dei nostri nonni (per chi ha intorno ai 50 – 60 anni) e io queste cose le ho anche sentite dal vivo.
Il Psychological Warfare Branch (PWB) fu un organismo preciso alle dipendenze degli “alleati” e di esclusiva anglo-americana che operò dal 10 Luglio del 1943 al 31 Dicembre del 1945.
Aveva il compito di condizionare i mass media principali diffondendo contenuti specifici che dovevano essere assimilati dalla popolazione.
Per questo motivo creavano contenuti a livello radiofonico, cinematografico, di stampa e anche a livello di buzzword e cioè: diffondendo “Voci”, mandando giù dagli aerei tonnellate di volantini e anche distribuendo una specie di carta moneta che serviva per relazionarsi economicamente con gli alleati.
Uno dei sotto dipartimenti di questo organismo era l’Allied Publication Board che aveva il compito di autorizzare, dare le licenze e far trapelare a mezzo stampa, tramite l’editoria, tutto ciò che era GIUSTO che la popolazione italiana dovesse sapere e ometteva tutto ciò che la popolazione non doveva sapere, non doveva sentire, non doveva percepire.
Psychological Warfare è l’applicazione militare della scienza che analizza, influenza e prevede il comportamento delle persone.
È principalmente una tecnica utilizzata per destabilizzare o demoralizzare i combattenti nemici ed è diventata una tattica incredibilmente utile all’interno dell’arsenale militare.
Se usato con successo, il bersaglio viene sopraffatto da informazioni che scatenano emozioni come odio, dolore, solitudine, paura e umiliazione, così che il desiderio del bersaglio di continuare o resistere viene schiacciato.
Il Psychological Branch Warfare Scrapbook è stato creato per dimostrare l’uso della guerra psicologica da parte degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale.
Uno strumento comunemente in voga durante questo conflitto, è stato utilizzato dai paesi di entrambe le parti avverse in modi differenti ma sempre per portare avanti i propri programmi più o meno legittimi.
Psychological Warfare o PSYWAR è pensato per essere molto ingannevole e manipolativo per natura.
Durante la seconda guerra mondiale, la maggior parte delle informazioni presentate tramite PSYWAR era fortemente distorta.
È stato utilizzato per far cambiare idea ai combattenti e alle popolazioni civili sia nei teatri europei che in quelli del Pacifico.
Durante eventi di gravi disordini, anche le popolazioni neutrali potevano essere vittime di guerra psicologica.
Nessuno è mai stato immune se non consapevole del frangente.
Si trattava di un complesso insieme di input che dovevano generare delle sensazioni ed emozioni mirate.
Si andava dall’input visivo a quello acustico come la ripetizione e riproduzione costante di suoni particolari, frasi specifiche dagli altoparlanti, di rumori, oppure lanciare continui allarmi con le sirene degli automezzi o delle batterie della contraerea, oppure la visione di sagome in lontananza di mezzi da guerra.
Anche l’uso continuo della satira, della critica, dell’offesa o della magnificenza facevano parte dello stesso protocollo.
Per esempio: ogni volantino era ben congegnato e organizzato per creare il massimo impatto sull’obiettivo previsto.
C’erano volantini che affrontavano numerose tematiche e inducevano emozioni come allarme, paternalismo, imminenza, amicizia, invidia, mortificazione, accusa, senso di colpa ecc.
Usati in modo sistematico e aggressivo per spezzare lentamente la volontà e l’orgoglio di soldati e civili.
Lo spettro totale di emozioni che sono state presentate e suscitate attraverso questi volantini, variava da un avvertimento gentile a uno severo da parte degli alleati sulle conseguenze del conflitto in corso.
A seconda dell’obiettivo previsto gli alleati si presentavano come amici benevoli o nemici malevoli, a volte anche contemporaneamente all’interno dello stesso testo.
Queste tattiche che sono state magistralmente eseguite dall’esercito americano durante la seconda guerra mondiale diventarono lentamente e nel tempo uno strumento utilizzato dai dipartimenti di marketing di tutte le principali aziende di oggi.
Che carriera eh?
Ognuno di noi è ormai figlio di una qualsivoglia forma di propaganda.
È sorprendente vedere fino a che punto siano arrivate le strategie e quanto profondamente si siano radicate nella comunicazione di tutti i giorni fino a sconfinare nelle neuroscienze e nell’ingegneria sociale più estrema.
In fondo più che comunicare vogliamo CON-VINCERE.
Così facendo passiamo al nostra esistenza in allerta costante, pronti a difenderci e ad attaccare perdendo la cognizione di ciò che realmente ci circonda.
Padroni della nostra attenzione, padroni di tutto.
Era ben noto e acclarato che la gente in estrema difficoltà diventasse estremamente suggestionabile e necessitava catturarne l’attenzione.
Altro metodo usato era adottare il principio della Reverse psychology:
La Reverse psychology è una tecnica di manipolazione che implica convincere le persone a fare qualcosa spingendole ad agire al contrario.
La psicologia inversa può assumere varie forme, come vietare il comportamento target, mettere in discussione la capacità della persona di eseguire il comportamento target e incoraggiare l’opposto del comportamento target.
Tornando a noi, nel tempo è stato chiarissimo che il Psychological Warfare Branch avesse reclutato giornalisti compiacenti a partecipare ai loro programmi d’informazione.
Un valido esempio di questa modalità operativa e in chiave più contemporanea la trovate descritta nel libro Udo Ulfkotte “GIORNALISTI COMPRATI – Come i politici, i servizi segreti e l’alta finanza dirigono i mass media tedeschi” (edit. Zambon)
(Giornalista per 15 anni a servizio della CIA) oppure potete divertirvi a rispolverare le vicende del Dossier Mitrokhin
Del resto la guerra è così:
Chi vince (in guerra o in economia) o chi invade poi fa come gli pare e vale sempre per tutti i periodi della storia.
Si tratta di un complesso equilibrio tra quello che devono percepire le truppe combattenti, la popolazione e le truppe considerate in quel momento “nemiche”.
Poi bisogna gestire il periodo imminentemente successivo al conflitto.
Una piccola divagazione che però vi chiarisce le idee e vi torna utile fra poco e poi torniamo sul ragionamento accennato in precedenza e che riguarda l’Italia.
Recita un documento che ho rinvenuto presso la Standford University dove rintraccerete delle analogie:
“La scienza dietro la guerra psicologica”
Le tecniche di guerra psicologica implicano l’analisi dei punti di forza e di debolezza psicologici a lungo termine degli individui e delle società per accertare i loro punti più vulnerabili.
A livello individuale, ciò si realizza sulla base dell’uso della Psicologia della Personalità e della Psichiatria del Combattimento con l’obiettivo di identificare “fenomeni psicologici applicabili allo sviluppo di armi psicologiche”.
Le 2 principali domande di questa ricerca sono:
La Combat Psychiatry esamina gli effetti psicologici della guerra sull’individuo.
5 sono i nemici della sopravvivenza individuale:
Sfruttando questi fattori, la guerra psicologica tenta di concentrarsi sulla sofferenza piuttosto che sulla morte.
Tipico modello di reazione psicologica in battaglia
Per comprendere le tecniche contemporanee della Guerra Psicologica potete scaricarvi un manuale di 439 pagine il *FM 3-05.301(FM 33-1-1) MCRP 3-40.6A Field Manual HEADQUATERS
No. 3-05.301 DEPARTMENT OF THE ARMY Washington, DC, 31 December 2003
——> Psychological Operations Tactics, Techniques, and Procedures
Tutte queste leve possono essere azionate da un’informazione precisa e puntuale, fatta circolare nel momento giusto, nel modo più popolare, più veloce, più accattivante, più comodo, più incisivo.
Cosa vi ricorda?
Fate mente locale a quando discutibilmente straparlavo di chi lavora nel marketing commerciale e in quello politico.
Ma torniamo all’Italia e a cosa è successo dal ’43 al ’45 e successivamente:
L’italia stava perdendo la guerra, gli alleati erano sbarcati in Sicilia, i partigiani facevano tutto quello che potevano supportati da diverse nazioni straniere, l’Italia era un cumulo di macerie.
Le truppe tedesche si ritiravano verso Nord devastando la nazione, più di quello che avevano fatto all’invasione.
Al Psychological Warfare Branch (PWB) c’erano ufficiali dell’Office War Information (OWI) americano e del Political Warfare Executive (PWE) britannico e la gestione fu soprattutto britannica per questioni di esperienza.
Il direttore del PWB in Italia era il tenente colonnello Ian Munro, capo ufficio stampa dell’ambasciata britannica a Roma prima della guerra.
Per esempio: uno dei primi giornalisti “arruolati” fu Ugo Stille (pseudonimo), nato a Mosca nel 1919 come Mikhail Kamenetzky, di religione ebraica (questo dettaglio ricorre per ovvi motivi) antifascista e fuggito da bambino al regime bolscevico con la famiglia, morto in US nel 1995 e naturalizzato americano che lavorava già in Italia.
Successivamente alla guerra fu corrispondente dagli US per il Corriere della Sera (una volta parleremo della responsabilità di questo giornale nel condizionamento dell’opinione pubblica nell’entrata in guerra dell’Italia nel conflitto ’15-’18) e lo diresse dal 1987 al 1992.
Fuggito anche dall’Italia con tutta la famiglia alla volta degli Stati Uniti a causa delle leggi razziali, venne poi arruolato in America e tornò in Italia come soldato.
Molto presto fu messo a dirigere Radio Palermo creata dagli americani.
L’attività del Psychological Warfare Branch si atteneva all’art.16 del testo del cosiddetto “Armistizio Lungo” del ’43 che recitava:
“16) Nessun impianto di radio o di comunicazione a lunga distanza od altri mezzi di intercomunicazione a terra o galleggianti, sotto controllo italiano, sia che appartenga all’Italia od altra Nazione non facente parte delle Nazioni Unite, potrà trasmettere finché disposizioni per il controllo di questi impianti non saranno state impartite dal Comandante Supremo delle Forze Alleate. Le autorità italiane si conformeranno alle disposizioni per il controllo e la censura della stampa e delle altre pubblicazioni, delle rappresentazioni teatrali e cinematografiche, della radiodiffusione e di qualsiasi altro mezzo di intercomunicazione che potrà prescrivere il Comandante Supremo delle Forze Alleate.
Il Comandante Supremo delle Forze Alleate potrà a sua discrezione rilevare stazioni radio, cavi od altri mezzi di comunicazione.”
A ogni città abbandonata dai tedeschi e dai fascisti e conquistata dalle forze alleate e dai partigiani, le forze anglo-americane immediatamente prendevano possesso delle frequenze radio e dei mezzi stampa.
Censuravano le notizie, elaboravano contenuti ad hoc nel costrutto e nel linguaggio, stabilivano di cosa si potesse trattare e di cosa non si potesse, contingentavano la carta per stampare e accordarono la possibilità di stampare giornali solo ai partiti del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale).
Anche tutti i notiziari radiofonici erano controllati da un’unica unità d’informazione.
Si deve proprio al Psychological Warfare Branch la nascita di un’unica agenzia che coordinasse l’informazione in modo da evitare che vi fossero ovviamente recrudescenze di stampa neofascista e anche (ma non platealmente) filosovietica, questa agenzia è la pluriosannata agenzia ANSA che conosciamo tutti.
Il Santo Graal, il faro che ci illumina tutti, il censore che ci dice cosa dobbiamo sapere con dovizia di particolari.
Il PWB rilasciava le autorizzazioni radiofoniche e si avvaleva dell’Allied Publication Board (APB) che gestiva tutta l’editoria.
Ai giornali che avevano un nome “censurabile” venne intimato di cambiarlo se avessero voluto tornare in edicola così che, per esempio, Il Messaggero divenne “Il Messaggero di Roma”, il Corriere della Sera divenne “Il Corriere d’Informazione”, la Gazzetta del Popolo divenne “La Gazzetta d’Italia” e la stessa sorte toccò a quasi tutti i quotidiani italiani.
Di fatto sembrava che il CLN avesse il controllo della stampa ma invece tutto passava sotto il PWB che al contempo faceva anche uscire giornali direttamente controllati e stampati che venivano distribuiti a livello regionale e locale.
Sarà solo nel ’46 che i giornali riprenderanno la denominazione originale e tutti i quotidiani del PWB verranno aboliti.
Le 4 stazioni Radio Principali istituite dagli alleati furono autorizzate alle trasmissioni, creando una sorta di network ed erano:
alla fine, nel 1945 con il famoso Radiogiornale tutte le trasmissioni verranno fatto confluire in un unico ente: Radio Audizioni Italiane e cioè la RAI che conosciamo tutti.
Prima della RAI si parlava dell’EIAR che operava già sotto il regime fascista.
Vennero istituite la Rete Rossa con base a Roma e responsabile per il Centro Sud e la Rete Azzurra con base a Torino (dove nascerà la prima sede televisiva della RAI) che era responsabile per il Centro Nord.
Quindi fino a qui abbiamo capito che la RAI e l’ANSA non possono e non potevano essere distinte e distanti dal volere degli alleati che per (lo diciamo di nuovo) ovvie ragioni volevano una stampa e un’editoria antifascista, con integrazione di giornalisti e direttori anche di religione ebraica (come garanzia di antifascismo) e possibilmente non filosovietiche considerato che non ci si poteva permettere di porre parte dell’opinione pubblica nella posizione di simpatizzare per Stalin, visto che anche l’Unione Sovietica sedeva al tavolo dei vincitori e le nazioni filo russe erano a non più di 80 kilometri dalla costa orientale italiana.
Ecco che le notizie prendono un taglio preciso e stabilito a tavolino.
Il legame tra l’informazione nazionale italiana e gli Stati Uniti e molto meno con l’United Kingdom, si viene a delineare chiaramente e ovviamente se da un lato riporta una certa libertà di opinione e di stampa, non può evitare d’influenzarla.
Siamo in un era pre-internet e quindi l’informazione, la comunicazione – sia essa commerciale che politica – ha un taglio inevitabile e viene diffusa attraverso media facilmente condizionabili.
Il PWB è stato sciolto all’inizio del 1946 ma le influenze sono rimaste. Gli alleati sapevano che in Italia gli ideali socialisti, anarchici e comunisti rappresentavano una grande percentuale della popolazione e questo li preoccupava non poco, che cosa fare? Andavano contrastati? Andavano osteggiati?
Forse No, forse era meglio “agevolarli” mantenendo una sorta di controllo a distanza.
Chiaramente non erano le forze politiche a loro più congeniali – come democristiani, repubblicani, liberali – ma in qualche modo si doveva fare.
Del resto la prima agenzia stampa italiana: L’Agenzia Stefani era stata statalizzata dalla Repubblica Sociale e già aveva la gestione dell’informazione sopra la Linea Gotica (linea di fortificazioni naziste che delimitavano il Nord Italia dal resto del territorio all’altezza dell’appennino Tosco-Emiliano) mentre gli alleati gestivano l’informazione dalla linea gotica in giù tramite la rete “Notizie Nazioni Unite” (NNU) – occhio a questo dato vi aiuterà più avanti – e quindi le cose dovevano essere unificate.
L’idea fu di smantellare L’Agenzia Stefani e l’NNU, mantenerne la rete d’informazione e in più agevolare le forze politiche che erano confluite nel CLN dando loro la possibilità di fondare una nuova agenzia stampa come la chiedevano, ossia non controllata dal governo e non controllata da gruppi privati.
Questa precisazione era più relativa alle testate giornalistiche e alle forze politiche di sinistra.
Qui c’è un primo corto circuito: Gli alleati accettano la proposta e il 15 Gennaio del ’45 esce il primo notiziario dell’ANSA ma i giornali che aderiscono all’iniziativa sono tutti di stampo repubblicano, liberale e di centro sinistra.
Mancano i partiti proponenti ossia Socialisti, Comunisti e Anarchici (ormai quasi dispersi) sono assenti “giustificati” e all’inizio mancano anche i Democristiani che diventeranno successivamente la garanzia degli US in Italia.
A oggi l’ANSA è una cooperativa di 36 testate giornalistiche che in modo politicamente trasversale (vuol dire: pur essendo di colore diverso) aderiscono anche con le relative piattaforme web.
Di riflesso il lancio delle notizie parte tutto dalla stessa fonte che a sua volta aderisce a un network internazionale con una forte partnership con The Associated Press (sempre società cooperativa) con sede negli Stati Uniti (1700 giornali nel mondo).
A sua volta L’APTN (Associated Press Television News) è partner di diversi canali televisivi italiani per la diffusione di testi, video e fotografie e la rete si espande e si rinforza con nuovi accordi di partnership con LaPresse, altra agenzia stampa italiana.
Come abbiamo detto precedentemente, il Psychological Warfare Branch (PWB) aveva bisogno di giornalisti con connotazioni molto precise nel 1943.
Trova un valido collaboratore in Ralph Merrill.
Chi è Ralph Merrill? È un bravo giornalista, comunista e di religione ebraica, fuggito dall’Italia nel 1939, sempre a causa delle leggi razziali ed è esule in Egitto dove offre agli alleati la propria collaborazione.
Viene reclutato e rientra in Italia.
In realtà “Ralph Merrill” è solo un passaporto fasullo prodotto dagli inglesi.
Il giornalista in oggetto è Renato Mieli, padre del noto Paolo Mieli.
Renato Mieli aka “Ralph Marrill” ha attitudine ed è bravo a coordinare, è un comunista convinto e vuole tornare in Italia quindi viene fatto passare per colonnello dell’esercito britannico e comincerà a lavorare nell’intelligence inglese in Italia ricoprendo un ruolo di estrema importanza all’interno del Psychological Warfare Branch (PWB) che, come abbiamo detto precedentemente, è l’ente degli alleati che controlla tutti i media del periodo in territorio italiano.
Considerate le doti di Renato Mieli, viene molto rapidamente messo nel ruolo di Direttore della rete d’informazione “Notizie Nazioni Unite” (NNU) che dirigerà ininterrottamente fino al 1945 quando verrà sciolta.
È proprio nel passaggio e nella fondazione dell’Agenzia ANSA che Renato Mieli sarà uno dei collaboratori più vicini a Edgardo Longoni che ne sarà il primo direttore.
Ma facciamo attenzione perchè a questo punto della storia, Renato Mieli che ha lavorato per gli alleati alla lottizzazione dell’informazione italiana fa una virata interessante:
[Le note sopra riportate sono prese da Wikipedia per praticità e sono state confermate dal sottoscritto]
[*: Interdoc era un’organizzazione formalmente denominata Centro internazionale di documentazione e informazione, con sede a L’Aja dal 1962 al 1986. Avviata dalle agenzie di intelligence della Germania occidentale e olandesi, la rete di Interdoc si estendeva nell’Europa occidentale e oltre.
L’organizzazione ha coordinato diverse attività di “guerra psicologica”, dalle conferenze all’azione segreta. I partecipanti includevano ufficiali dell’intelligence, accademici, giornalisti, uomini d’affari e filantropi.]
Vedete come tutti i cerchi si chiudono? Come tutto è coerente? Come ognuno agevola un determinato disegno preciso?
Esattamente come oggi, quando accendete la TV oppure cercate notizie su internet o magari quando vi passano notizie sui Social Network oppure quando, convinti di attingere alla “verità” vi scassate il cervello su Telegram seguendo gruppi improbabili.
Niente è come sembra.
Ci sono tanti aspetti interessanti che spesso dimentichiamo e che passano inosservati.
Uno fra i più incredibili è che gli alleati usavano giornalisti comunisti e di religione ebraica da piazzare nei punti chiave della Comunicazione Sociale.
Successivamente questi giornalisti o lasciavano il Partito Comunista o diventavano corrispondenti esteri per quotidiani comunque legati ai maggiori gruppi economici del paese.
Poi cambiarono strada, la “Campagna” prese un’altra piega.
Allo stesso tempo erano terrorizzati dall’ascesa del Partito Comunista che in quel momento era fortemente filosovietico. Sembra un curioso cortocircuito e invece si chiama CONTROLLO.
Gli Stati Uniti fecero anche di meglio e di più.
Arrivava il 1948 e di concerto con gli alleati si approdò alle elezioni del Primo Parlamento Repubblicano, la CIA sapeva che avrebbero vinto i Comunisti ma non poteva assolutamente accettare una deriva del genere.
Cominciò così la grande e fulminea ascesa della Democrazia Cristiana.
La CIA operò come suo solito e mentre Palmiro Togliatti riceveva dagli 8 ai 10 milioni di dollari al mese dall’UNIONE SOVIETICA a sostegno del Partito Comunista, gli Stati Uniti attivarono ogni canale possibile per garantire la vittoria della Democrazia Cristiana.
Presero contato con chiunque potesse garantire il risultato, dai grandi gruppi industriali, ai sindacati, al Vaticano e anche con le varie mafie dislocate sul territorio ma questo lo avevano già fatto prima dello sbarco in Sicilia, non fecero altro che ripetere lo stesso schema.
Anche la famosa emittente americana Voices Of America trasmetteva sull’Italia messaggi anti-comunisti e che indirizzavano il voto al DC, furono mandate a casa degli elettori più di 10.000.000 di lettere di invito al voto per la DC e una valanga di milioni di dollari vennero riversati nelle tasche di eletti ed elettori.
Una somma imprecisata che va dai 110 ai 220 milioni di dollari venne profusa per interferire nelle elezioni del ’48 e per evitare l’ascesa del Partito Comunista per poi traghettare l’Italia verso il famoso Piano Marshall che fu il perno della ricostruzione nazionale.
Altri milioni di dollari arrivarono dalla Economic Cooperation Administration che era l’ente americano che gestiva i fondi del suddetto Piano Marshall.
I paesi europei che partecipavano al Piano Marshall erano 16 e gli Stati Uniti riformattarono l’Europa che era sostanzialmente in frantumi e lo fecero a modo loro.
Come dichiara Mr. F. Mark Wyatt (agente della CIA in italia fino al 1968) l’operazione continuò almeno fino al 1972 per garantire la presa di potere della Democrazia Cristiana e anche le fondamenta dell’Operazione Gladio vennero messe alla fine degli anni ’60 ma ci fermiamo qui.
In Italia nessuna coalizione di sinistra salì al potere fino al 1996.
La “Campagna” aveva funzionato la Propaganda si era dimostrata ancora una volta quel grande “Moltiplicatore di Potenza” concetto tanto caro a tutte le forze armate del mondo.
E che vòi conclude?
No, dico…che cazzo volete concludere?
L’Italia è quel paese che conosce una parvenza di Repubblica Democratica da soli 74 anni!
Io ne ho 56 e quando sono nato eravamo in piena Guerra Fredda e avevamo una simil-repubblica da 18 anni!
Noi siamo come quell’adolescente brufoloso e carico di ormoni che non riesce a capire come si muove il mondo se non per “Interposta Notizia” e che si agita e si dibatte nel tentativo di avere un’opinione congrua ma nel contempo si divide e si divide ancora in mille rivoli d’opinione che non comportano mai nessun cambiamento sostanziale.
L’unico risultato che gli italiani sanno conseguire è CONFLIGGERE all’infinito.
Nel pippone precedente avete compreso che la Costruzione dell’Opinione Pubblica è e resta un costrutto organizzato e pilotato a tavolino e non abbiamo mai vissuto niente di diverso, non abbiamo mai avuto e firmato una “La Magna Carta Libertatum” e non abbiamo mai avuto una Rivoluzione Francese.
Credo che adesso si riesca anche a comprendere l’alto grado di Analfabetismo Funzionale presente a casa nostra.
Fatevi le domande, datevi le risposte.
Ecco, come “itaGliani” veniamo da quello che avete letto fino qui.
Come “Mondo” siamo anche meglio. In 4 settimane abbiamo avuto la capacità di azzerare tutto quello che faticosamente fecero Reagan e Gorbaciov nel 1987.
L’Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty magari poteva essere un accordo mezzo-fasullo ma era un segnale, aiutò a far crollare il Muro di Berlino nel 1989, era finita la guerra fredda almeno nella fantasia della gente.
In realtà non è mai finita perchè gli Stati Uniti si sono ritirati nel 2019 e adesso ma con alibi differenti, ci risiamo.
“Siamo tutti infetti dall’ignoranza e dalla convenienza di qualcun altro!” (ndr)
Come si riesce ad intuire, tutto ciò che viviamo oggi ha le sue radici in un preciso assetto stabilito 80 anni fa, un assetto che ha determinato quello che sappiamo, che abbiamo imparato a scuola e che continuiamo ad apprendere.
Bene,
tutto questo “Disegno” mutuato da una tecnologia sempre di “di parte” e mai indipendente concorre a creare grandissime difficoltà nel comprendere esattamente cosa succede intorno a noi perchè il concetto di “ESATTAMENTE” per noi non esiste. Non è concesso.
Il quadro non è affatto distopico perchè ho scritto questo papiello camminando in avanti ma di spalle avendo almeno il conforto della storia che, arrivata a un certo punto, non ha problemi ad ammettere chiaramente dinamiche e responsabilità.
La cosa triste è: Se non fosse andata così sarebbe andata meglio? E la risposta è NO! E lo vedete tutti i giorni ormai.
Se vi volete divertire cercate il termine: дезинформация sta per: DISINFORMATIA e se avete qualche lacuna andatevi a ripassare la guerra in Jugoslavia degli anni ’90.
“Destinati a sapere le cose a senso unico in qualsiasi condizione ci si venga a trovare.” (ndr)
Ormai abbiamo sdoganato e assimilato un metodo che viene sommariamente usato a tutti i livelli di comunicazione e ci stiamo abituando a non credere a ciò che ci viene detto.
Da un lato NON CREDERE è comunque un buon inizio, da un altro è la caduta di tutte le certezze anche se fasulle ma senza le quali non sappiamo vivere.
Quando ci troviamo senza certezze inventiamo gli DEI.
Quindi che vogliamo fare?
Vogliamo continuare a dividerci? Vogliamo spaccarci le ossa tra di noi su tutto ciò che non capiamo mentre intorno il mondo viene declinato nel modo più conveniente?
Vogliamo fare quelli che hanno capito tutto e che godono nel mortificare chi la pensa diversamente quando invece possiamo solo vagamente intuire un barlume di significato tra le righe della propaganda?
Vogliamo fare quelli che come pecore senza pastore si lasciano convincere dal più forte e dal più BUONO?
Non ci sono buoni. Punto.
Siate coscienti e non abbiate paura, la paura è utile ma è anche nemica delle reazioni sane e vi porta allo scontro con i vostri simili afflitti da altre paure.
Volete essere “Partigiani”? Ci sta.
Parteggiate per il buon senso, parteggiate per il rispetto reciproco, per la conoscenza, cercate l’oggettività che la soggettività è velenosa, parteggiate per la tolleranza, parteggiate per la condivisione, studiate, leggete, non aderite a nessuna chiesa e ai suoi preti, ascoltate tutto e non credete a nulla.
Siate lucidi e distruggete i miti inutili, uscite dai vostri egoismi individuali e territoriali e sappiate giudicare il mondo come un unico sistema.
Se non lo fate, qualcuno lo farà per voi.
Sempre con il massimo rispetto di coloro che muoiono e cascano in disgrazia per cazzi degli altri.
Tutti, chiunque essi siano.
“Vado ad accendere il fuoco che oggi è freddino e bisogna risparmiare il gas…”
Senior Social Media Strategist ha avuto almeno 4 vite diverse: partito musicista, ha studiato Scienze Agrarie e Economia, è stato produttore discografico, produttore di eventi, gestore di locali, consulente audio e fonico in teatro, si è chiuso in casa per due anni per approfondire le tematiche del business planning e del marketing planning, sui programmi della Palo Alto Software.
Poi Property Manager a Londra con una propria azienda.
Social Media Manager per almeno 80.000 ore oggi è passato dall’altro lato della barricata e si definisce: Humane Technologist.
Chiedete a lui cosa significa e lo trovate sempre di più su
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