Da Social Bombing a Social Zombing è un attimo!
É proprio quando tutto sembra andare a gonfie vele che le cose si complicano. Certo se sei un fracc*zzo qualsiasi il problema non ti si pone ma se sei un’azienda o un personaggio sovraesposto, la soddisfazione si può trasformare facilmente in panico.
Mentre il Social Bombing può anche essere un’azione di pressione collettiva per perorare una causa positiva, il Social Zombing è un’azione di medio termine che mira alla distruzione dei vostri account o della vostra credibilità e reputazione.
Non c’è male eh?
Ma tu li guardi mai gli insight della tua pagina? Del tuo account Instagram, Twitter ecc?
Ah Ecco! Non sai cosa siano. Sarebbero le STATISTICHE.
Mammà non ti ha insegnato a leggerle? No. Hai un professionista che ti tutela e che lo fa per te? No.
Annamo bene. E allora ti tocca!
Quando vedrai degli incrementi “a scale” e non hai messo in atto nessuna strategia particolare può significare che qualcuno ti sta mandando degli “zombie” sulla pagina o sull’account. In sintesi ti stanno allegramente regalando 10.000 followers a cannone e il tuo profilo, pagina o account sta rischiando la chiusura e il ban totale e generale.
Mentre ragionavamo con Gabriele Gobbo (MacPremium, Italiamac, FvgTech e docente a contratto allo IED di Milano) gli raccontavo quanto possano essere subdole le bad practice sui Social Network e mi confrontavo con le sue esperienze, lui all’improvviso ha coniato questo termine: Social Zombing che ci è piaciuto subito.
In sintesi: “Un’azione combinata di account veri o fasulli che hanno lo scopo di annichilire le pagine o gli account colpiti, portandoli alla chiusura da parte della piattaforma che li ospita oppure alla completa sostituzione per SOVRAPPOSIZIONE anche su canali Social diversi. Successivamente parte la pubblicazione di contenuti che possono risultare letali per il brand o il personaggio originale”.
Una vera ZOMBIFICAZIONE.
Il fenomeno è piuttosto noto agli addetti ai lavori e fa parte di tutte quelle porcherie che sono state inventate per drogare gli account Social (acquisto di fan, like booming, acquisto di followers, Power Like fasulli, Gruppi POD, acquisto di like, acquisto d’interazioni, acquisto di visualizzazioni, acquisto di recensioni e compagnia ballante) e che poi, dopo un salto di specie, sono stati addirittura usati come armi di zombificazione di massa.
Questi attacchi che rientrano nei “Low Level Cyber Crime” fanno danni seri.
1) Improvvisamente vedi innalzare i followers di un profilo Instagram, Twitter o di una pagina Facebook. Ne arrivano a centinaia ogni giorno dai 4 punti cardinali del globo terracqueo e presto sono migliaia. L’account passa da 5000 followers a 15.000 in un mese. Il Social Media di riferimento va in allarme, l’algoritmo lo percepisce come una grossa anomalia e ti ATTENZIONA.
Potrebbe prima limitare le tue funzionalità, va a limitare la reach dei tuoi post (quelli che fai in modo ricorrente) e potrebbe decidere di cancellare definitivamente il tuo account per “Non aver rispettato le policy” e sei fottuto: hai perso l’account per sempre, senza che te lo abbiano BUCATO.
Nessuno si è appropriato della tua identità, te l’hanno solo distrutta.
2) Improvvisamente aumentano le interazioni da personaggi sconosciuti sotto a un tuo post specifico o a una serie di post. Valgono esattamente le stesse regole del punto A e il tuo account rischia la chiusura immediata.
3) Senza che tu te ne accorga, stai ricevendo decine di recensioni negative, oppure ti stanno segnalando per qualche cosa che ovviamente non hai fatto, anche cose gravi, come pornografia, pedofilia, Revenge Porn et similia. Il tuo account viene immediatamente bloccato ed è molto difficile che tu riesca a dimostrare il contrario. Una o due segnalazioni sono “una cosa” ma 100 diventa una “verità” anche se concretamente non lo è.
Diciamo che LA MACCHINA è suggestionabile e poi non sente ragioni.
4) Supponi che 50 persone comincino a chiedere modifiche alla tua pagina, oppure alla tua scheda di Google My Business. Come ti metti? Sarà un bordello perchè se passano, oltre lo stress che ti procurano, i tuoi utenti non capiranno più cosa stai facendo. Si possono disorientare ma si possono anche allontanare abbandonandoti.
5) Immagina adesso un caso limite, più laborioso ma più letale. Supponiamo che senza saperlo Io crei una pagina o un account esattamente come il tuo: stesse copertine, stesse foto profilo, stessi post che frego e replico facilmente dal tua vero account. Immagina anche che io vada gonfiando e dopando il mio account fake e riesca a portarlo a essere molto più popolare del tuo. In una prima istanza mi potresti dire: “Grazie! Tutta pubblicità per me!”.
Supponi che a un certo momento io cominci a pubblicare ROBA STRANA che possa ledere la tua immagine, oppure a fare dei check-in luoghi poco consoni o vada dicendo cose polarizzanti e divisive e che possano minare la tua rispettabilità o reputazione, oppure che io faccia segnalazioni alla piattaforma affermando che il tuo (quello reale e originale) è FASULLO.
Questo è un caso molto pericoloso.
Supponi che lo faccia ripetutamente e supponi anche che io possa accedere a qualche documento identificativo, che ne so… una bolletta o una visura camerale, un finto certificato di Partita Iva con il tuo numero vero ma fatto con Photoshop ecc.
Quante possibilità ho di dimostrare che il motivo delle mie segnalazioni sia reale?
Parecchie, ne ho parecchie e potrei far decidere alla piattaforma di aver ragione. Risultato: Chiudono il tuo account e lasciano aperto il “MIO” fasullo come l’ottone.
Sei fatto, ti ho zombificato e sto gestendo la tua identità digitale senza neanche averti mai toccato l’account. É solo questione di tempo, perseveranza e budget neanche tanto alto.
Ad alcuni professionisti è successo che gli abbiano clonato il profilo e che li abbiano fatti figurare come se stessero chiedendo soldi per il progetto X o il corso Y e li hanno avuti! Magari proprio perchè il professionista orginale, era avvezzo avere quella tipologia di business in via ufficiale.
Chiaramente il campo degli attacchi a mezzo Social è molto più vasto e questi 5 casi servono solo a farti capire che se non hai uno staff che cura i tuoi Social Media è come se te ne andassi in giro per la jungla nudo, disarmato e senza bussola.
Che facciamo?
Ci ripensi oppure continui a giocare alla roulette russa e a ragliare al vento che i Social Network non funzionano e che non vale la pena di metterci un budget decente e dei professionisti competenti?
Beh guarda, io ti consiglio di darti una regolata perché quello che spenderai per rimettere a posto le cose sarà 10 volte di più di quello che avresti speso per tenerle in ordine strada facendo.
Sai quanto tempo ti ci vuole per
Adesso fai una cosa: Dormi preoccupato, là fuori c’è un esercito di zombi che ti cercano e ti troveranno.
Stanne certo.
Link utili:
Senior Social Media Strategist ha avuto almeno 4 vite diverse: partito musicista, ha studiato Scienze Agrarie e Economia, è stato produttore discografico, produttore di eventi, gestore di locali, consulente audio e fonico in teatro, si è chiuso in casa per due anni per approfondire le tematiche del business planning e del marketing planning, sui programmi della Palo Alto Software.
Poi Property Manager a Londra con una propria azienda.
Social Media Manager per almeno 80.000 ore oggi è passato dall’altro lato della barricata e si definisce: Humane Technologist.
Chiedete a lui cosa significa e lo trovate sempre di più su
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